La narrativa fantastica, nonostante le sue origini ben piu' che nobili (qualcuno mi trovi un capolavoro letterario dell'antichita' che non sia narrativa fantastica) è spesso stata, sopratutto in Italia, spesso tacciata di "disimpegno", superficialita', fuga dalla realtà.
Tolkien si raccomandava di non confondere la "Santa fuga del prigioniero" con il rifiuto delle proprie responsabilità ed io sono perfettamente d'accordo con lui. Ma ormai sono in pochi a non voler riconoscere valore artistico e letterario al genere fantascientifico, fantastico e alle sue innumerevoli varianti.
Grazie anche al cinema, che vanta una lunga tradizione di opere ispirate ad altrettanti racconti e romanzi fantascientifici (Dick imperversa ultimamente e questo non puo' che farmi piacere).
Come accanito lettore di fantascienza e fantastico fin dalla pubertà, in un Paese di Eroi, Naviganti, Musicisti e Scrittori, potevo forse esimermi - per dirla alla Valerio Staffelli - da mettermi alla prova?
Ai lettori l'ardua sentenza...
