Il Signore
degli Anelli
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Index
1
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3 Tolkieniana:
il ciclo musicale
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5
Un po' di storia
del progetto
6
Conferenze
Hobbiton 9 e X
7
Altri siti su
Tolkien
8
"Albero"
di Tolkien
9
Rassegna
stampa
La Creatività in Tolkien
Appunti da un Viaggio Interiore nella Terra di Mezzo

CONFERENZA PREPARATA PER LA 19a ITALCON
CONVENTION NAZIONALE DI LETTERATURA FANTASTICA E DELL’IMMAGINARIO
SAN MARINO - DOMENICA 2 MAGGIO 1993

“(....) Il cielo era illuminato a giorno: voli di scintillanti uccelli dal dolce canto; verdi alberi dai tronchi di fumo scuro, le cui foglie si aprivano come tutta una primavera sbocciata in un solo attimo; rami incandescenti dai quali piovevano sfavillanti fiori sui piccoli Hobbit strabiliati, boccioli che dileguavano in un profumo soave prima di sfiorare i loro visi volti verso l’alto; zampilli di farfalle svolazzanti che brillavano fra gli alberi; colonne di fuoco colorato s’innalzavano trasformandosi in aquile, nani e falangi di candidi cigni in volo; tempeste rosse, acquazzoni dalle gocce color limone; una foresta di lance argentate che si rizzò nello spazio col rumore di un esercito all’assalto, per piombare poi nell’acqua fischiando come cento serpenti arroventati. Vi fu poi l’ultima sorpresa in onore di Bilbo che, come aveva previsto Gandalf, sbigottì ed emozionò i presenti. Le luci si spensero; una massa di fumo s’innalzò: prese la forma di una montagna dalla cima incandescente vista in lontananza. Vomitava fiamme verdi e scarlatte, quindi dal suo ventre volò un drago d’oro rosso, non in grandezza naturale, ma estremamente verosimile: sputava fuoco dalle possenti mascelle e lanciava verso il pubblico sguardi infuocati e terribili; ci fu un ruggito; poi il drago passò sibilando tre volte sulla testa della gente. Tutti si gettarono a terra e molti batterono la testa. Il drago tornò a passare su di loro alla velocità di un treno, fece un salto mortale e scoppiò nel cielo di Lungacque con un boato assordante.
« È il segnale per il pranzo! », disse Bilbo.
Gli Hobbit, dimenticando immediatamente la paura, schizzarono in piedi come molle. (....)“ (1)


UN FILM, UN LIBRO

Quanti di coloro che, con animo di bambino, hanno letto per la prima volta questo passaggio del “Signore degli Anelli”, non hanno sentito un brivido lungo la schiena, dinanzi a un piccolo assaggio della potenza narrativa di Tolkien?

Musicalmente parlando, l’intero ciclo può essere visto come un "crescendo" che, partendo dai dolci pendii della Contea, sale gradualmente ma in modo costante nell'intreccio, nel linguaggio, nella profondità dei personaggi, nella ricchezza degli ambienti e delle situazioni, fino al suo epico culmine nella battaglia dei Campi del Pelennor, nella distruzione dell’Unico Anello, nei festeggiamenti agli Hobbit e quindi sfuma dolcemente nella malinconia verso i Rifugi Oscuri (ma quanto sono riduttive, talvolta, le parole!).

All’età di sedici anni, totalmente ignaro di chi fosse Tolkien, ma da sempre appassionato al cinema d’animazione, andai a vedere il film tratto dal libro da Ralph Bakshi (2), opera lodevole sotto alcuni aspetti (ben riuscite tutte le scene di paura, per esempio), ma che a mio parere non ha saputo cogliere l’essenza dell’epopea Tolkeniana; eppure il fascino della storia, pur scandalosamente tagliata proprio delle sue parti più poetiche e luminose, traspariva ugualmente per me e, nonostante obiezioni apparentemente giustificate («se proprio vuoi leggere mitologia, leggi quella vera»), non mi diedi pace finchè non ebbi fra le mani la mia prima copia del “Signore degli Anelli”.

Forse lo lessi proprio all’età giusta.
Forse era un periodo in cui avevo bisogno di uno stimolo del genere.
Forse certe passioni sono già scritte nel nostro DNA culturale.

Fatto sta che ne rimasi letteralmente folgorato, tanto che da semplice pianista in erba (allora preparavo l’esame di VIII anno di Conservatorio) divenni compositore - sempre in erba - iniziando a lavorare al mio ciclo musicale.
Da lettore, fruitore relativamente passivo, a "sub-creatore", partecipe di un universo che mi aveva totalmente ammaliato per ragioni che allora non riuscivo a comprendere, scoprendo con gioia immensa di potervi aggiungere qualcosa di originale, di mio; dapprima angosciato, per avere ritrovato un mondo perduto che sentivo più mio di quello «reale», ma che dopotutto si riduceva ad un sogno contrapposto al quotidiano, così arido al suo confronto; infine, attraverso un processo quasi catartico, riuscivo a rientrarvi attraverso una «porta» da me stesso costruita, attraverso l’arte a me più congeniale: la musica.

Colonna sonora:
"Festa in Casa Baggins"
(Primi
29 secondi)
Dal Ciclo Musicale:
"Tolkieniana"